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Lucca, 30-31 ottobre e 1-2 novembre 2014

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E anche Lucca 2014 è passata.

Quattro giorni intensi e pieni di nuovi incontri interessanti, ma la valutazione complessiva ha davvero più ombre che luci.

Se da un lato il grande Angelo Porazzi, sempre ottimo coordinatore dell’Area Autoproduzione, si fa in otto per rendere disponibile uno spazio a noi “poveri” autoproduttori, dall’altro è l’impostazione di Lucca Comics&Games che, l’abbiamo finalmente capito, non può entrare in sintonia con Vege tables.

 

Troppo “commerciale” e troppo poco “disposta al gioco”. Un fiume di gente che si muove a piccoli passi, continuamente ostacolati da chi si ferma per una foto a un cosplayer o per fermarsi mezzo secondo davanti a uno stand, con la testa che gira a destra e a sinistra cercando di cogliere qualcosa di straordinario… che non c’è.

Sono tutti lì a vendere, a proporre occasioni, a offrire sconti. Pupazzetti, soldatini, action figure, poster, manga, fumetti, disegni realizzati in diretta o scelti da un book. E poi gli assordanti videogames, con questi poveri ragazzi ipnotizzati da schermi giganteschi che rullano immagini vorticose di mostri da abbattere, auto da pilotare, goal da segnare: il tutto in punta di pollice.

E mi chiedo: e non volete giocare? No, non c'è tempo.

Non avete idea di quante volte ho cercato di portare qualcuno (un gruppo di ragazzi, una famiglia, un solitario passante) al tavolo di Vege tables per la classica prova insieme. Niente da fare. “Si fa un giro… ‘un ci garba sederci, noi si vol vedere un po’ tutto” (e ci credo, con quello che han pagato per entrare)

Ma è un vedere “tutto”, per guardare il nulla. Come può restarti dentro qualcosa se tutto il tempo che puoi dedicare si riduce a pochi secondi, spintonato e pressato da decine di altri che vogliono passare avanti? 

Come ho detto all’amico Keps, la nostra dimensione ideale è il Play: spazi ampi, ritmi tranquilli, una manifestazione orientata al gioco più che al commercio. Quello che ci piace, dove Vege tables si esprime al meglio.

Ne faremo tesoro per l’anno prossimo: se (e sottolineo se, come dice la canzone) dovessimo decidere di tornare, sarà assolutamente indispensabile che ci prepariamo per tempo con un approccio più in linea con l’impostazione della fiera.

Se non riusciremo in questa preparazione, allora forse Lucca non ci vedrà mai più.